E’ il caso di dire ‘largo ai giovani!’, o meglio giovanissimi, secondo gli attuali standard del mercato del lavoro italiano.
24 anni il cuoco, 25 anni il responsabile di sala e cameriere, che da Settimo Torinese e un diploma alberghiero, e un’esperienza di lavoro all’estero (Irlanda e Australia), hanno deciso di fare cucina italiana in San Salvario, un locale di via Principe Amedeo che ha sempre ospitato ottime cucine, a partire dal Kitchen fino all’ultimo Baravan, che sapeva conciliare la leggerezza della cucina orientale con i gusti locali e un’ottima cantina di supporto.
Gli interni sono stati radicalmente rinnovati (e forse lo saranno ancora per essere esteticamente più accoglienti) e la cucina sostanzialmente locale, con piccole rivisitazioni che non si scostano comunque troppo dalla tradizione. Battuta al coltello, vitello tonnato ma anche galantina di trota salmonata in agrodolce e flan di peperone con Roccaverano all’erba cipollina, Plin ai tre arrosti ma anche Tagliolino al nero di seppia con coda di rospo e pomodorino confit, Arrosto all’arneis ma anche Ombrina con crudo di melanzane sott’olio.
Prezzi più che interessanti, soprattutto a pranzo dove i piatti sono più semplici e sono previste due formule particolarmente economiche: antipasto + primo a 9€, primo + secondo con contorno a 10€, con una scelta tra due o tre piatti per ogni tipologia.
A cena menù alla carta e due menù degustazione (tradizione Piemonte e innovazione) rispettivamente a 35 e 40 euro.
Riusciranno i nostri poco più che ragazzi a emergere dalla pluralità culinaria di San Salvario?
Monsu Barachin glielo augura: i presupposti ci sono tutti.
Ristorante Il Barbabuc
Via Principe Tommaso, 16/a
342 947 0459
https://www.ristoranteilbarbabuc.it/
Facebook
Instagram
Chiuso il lunedì.