Una domanda, lecita e non necessariamente polemica: Torino, con i suoi storici pastifici di altissimo livello, aveva bisogno del format gastronomico milanese della pasta fresca MiScusi?

Monsu Barachin ha qualche dubbio: la pasta fresca non è male ma il mio piatto di passatelli con crema di parmigiano sicuramente non indimenticabile; avrei preferito i passatelli un po’ meno compatti e, soprattutto, con più di crema di parmigiano, anche perché non proprio regalato a 9,90€.

Questo era il piatto della settimana, mentre quelli in menù sono un compendio della pasta fresca italiana tra pasta semplice, all’uovo e ripiena: dalla Liguria con le trofie al pesto con pinoli tostati e crema di bufala (10, 40) alla Campania con il pacchero tricolore: pomodoro, burrata, crema e granella di pistacchi (10, 90).
Diversamente è possibile abbinare in modo personale le paste fresche (caserecce, ruote, pansotti, …) con i classici sughi (pomodoro, pesto genovese, gricia, carbonara, pesto vegetariano, crema di noci, ragù bolognese e crema al salmone e zucchine spadellate) con eventuali altre aggiunte come la crema di bufala o di pistacchi, la ricotta di pecora, noci o ‘nduja e relativo sovrapprezzo.

Acqua e pane sono sempre offerti e a libero servizio.
Io ho assaggiato anche il tiramisù, disponibile tra i dolci insieme alla Torta della nonna, tortino al cioccolato, macedonia e gelato: anche questo solo discreto; un po’ troppo pannoso e con l’uovo (c’era?) non pervenuto al gusto.

Se siete in tanti, potete iniziare il pasto condividendo una bruschetta (4,20) o una parmigiana (8,50) e una caraffa di vino della casa (1l= 12€).

Un format che piace soprattutto ai giovanissimi e alle 12:20 di un venerdì piovoso c’erano studenti del vicino Palazzo Nuovo in coda per entrare.
Ancora una volta sentirsi – (anche) gastronomicamente – vecchio in una mare di millenials.

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