98 giorni. Sono quelli da astinenza da pizza napoletana.
Erano i primissimi giorni di marzo e provavo la mia ultima pizza napoletana a Torino: era la pizza a portafoglio di 60 90 e per fortuna è stato, in questi mesi, un bel ricordo.
Ho deciso che l’attività di monsu Barachin doveva ripartire da una pizza (napoletana).
Perché è una tra le cose che amo di più al mondo, è quella che più mi è mancata durante la quarantena.
L’occasione è stata la degustazione di un’ottima birra artigianale, La Bière du Moulin Chiara, una birra speciale a bassa fermentazione, colore giallo oro, corpo leggero e schiuma compatta e persistente. A cui si aggiungono, sempre della famiglia La Bière du Moulin, anche una Ambrata e una scura Extra.
La pizza, invece?
Buona, perfettamente alveolata e con il giusto rapporto di croccantezza e sofficità.
Solo qualche bruciatura di troppo su cui la mia asistenza e magnanimità post lock-down mi fa passare sicuramente sopra.
Pecchia prevede un menu ad hoc per il pranzo feriale con altri piatti (piatti freddi, insalate, primi e secondi) oltre la pizza, ma vale la pena venirci per la pizza: con la bellissima consapevolezza che per la prossima non occorrerà aspettare tutto questo tempo.
[Ahimè il locale quasi vuoto e tutte le burocrazie e garanzie necessarie ci dicono che la ripartenza della ristorazione non sarà per nulla immediata.
Monsu Barachin farà il possibile per promuovere quella torinese.]
Da Pecchia
Via Mercantini, 6/F – 011 518 4052 (sempre aperto tranne sabato a pranzo) Facebook Instagram
Via Genova, 63 – 011 678 7997 (aperto solo a cena) Facebook
Via Corso Unione Sovietica, 244 – 011 267 3261(sempre aperto tranne sabato a pranzo) Instagram
www.dapecchia.it
3 commenti
Ot Che bello rileggerla!! Grazie
ot Bentornato è un piacere rileggerla (forse l’ho già scritto, ma lo ribadisco)
Grazie a lei che continua a leggermi! Non sono ancora tornato a lavorare ma qualche gita a Torino per la pausa pranzo dà dei barlumi di normalità.