Un bello che non balla.
O meglio un bello, molto, che potrebbe ballare meglio.
Una delle ultime aperture a tema cucina cinese (da ristorante) colpisce per l’eleganza degli interni, i dettagli dei complementi e degli arredamenti, per il servizio attento e numeroso, per le stoviglie: come in un ristorante di fine dining in Cina.

I piatti buoni, ma forse, un po’ per le aspettative, un po’ per il contesto in cui vengono serviti, ce li aspettavamo più buoni.

Il piatto forte sono i lamian tipici di Lanzhou, città capitale del Gansu, provincia della Cina centro-settentrionale: pasta fresca (senza uova) tirata a mano di cui si possono decidere il numero di tirate, da 4 a 8, dai più spessi ai più sottili, oltre a tagliatelle e pappardelle frastagliate.

Meglio il brodo con manzo brasato piccante (13,90€) di quello basic (12,90€) che risulta invece un po’ slavato e la carne bollita: in entrambi i casi, porzioni molto abbondanti. Anche il resto assaggiato – lamian saltati con pomodoro e uovo, jiaozi, arachidi bollite e daikon in agrodolce – buono ma non indimenticabile, a fronte tra l’altro di prezzi un po’ più alti della media dei ristoranti cinesi in città.

Segnalo che è partita da poco l’offerta menù pranzo con un prezzo interessante per piatto di lamian con antipasto e dolcino. Ma il consiglio qui è farci una bella cena rilassata.

Ringraziamenti d’obbligo: ancora una volta a @diversamentetorino che ogni volta riesce ad arrivare per primo o tra i primi nel raccontare realtà di cucina etnica a Torino. Bello, bravo!

Xi Ramen
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